Scrivere per sopravvivere

01.02.2021

Trovarsi davanti ad una pagina bianca con la consapevolezza di dover scrivere almeno 300 parole e cercare di non superarne 500, obiettivo che io stessa mi sono imposta, dá un po' di scoramento.

In questo progetto, sono redattore, autore, (ahimè) correttore di bozze, webmaster, fotografo, responsabile marketing, amministratore ... è tutto nel poco tempo libero. Una gran fatica per la verità, ma non lo delegherei a nessuno.

Non ho in mente alcun progetto di business per ora, quindi non ho finalità economiche.

Mi espongo, vengo giudicata, faccio errori, metto a nudo le mie debolezze.

... allora perché lo faccio?

Forse neanche io posso dare una risposta del tutto consapevole a questa domanda, diciamo che questo è un cammino, un ritorno a casa, un modo per far riemergere ciò che sono e che fino ad ora ho ho messo in ombra in nome del mio ruolo sociale di madre, figlia, moglie, professionista a cui ho sempre cercato di tenere testa, tanto da perdere di vista parti importanti di me.

Scrivere mi consente di rifugiarmi nel silenzio, nella riflessione, nell'intimità dei miei pensieri e nei miei sentimenti, è come immergersi nel mare caldo e tranquillo di un golfo e ammirare i fondali, dove tra le alghe mosse lentamente dalle onde, osservando con attenzione, scopri un brulicare di vita che non avresti mai immaginato. Ogni volta senti il desiderio di trattenere il fiato e rituffarti, certa che ci saranno nuove scoperte.

Seppur in silenzio racconto ad alta voce la mia scoperta, il mio cuore, la mia forza interiore, divento trasparente come una bolla d'acqua che esce dal boccale e che mette a fuoco come una lente d'ingrandimento un particolare che nessuno aveva notato.

Queste righe sono il mio modo per tornare verso me stessa, verso la persona che sono e che negli anni si è allontanata in punta di piedi, perché inadeguata al ruolo che "doveva" coprire.

Il giorno in cui questo racconto uscirà compirò cinquantadue anni e subito dopo sarà San Valentino, sarà l'occasione per dire a coloro che mi stanno accanto che sono di ritorno da un viaggio che mi ha allontanato dalla mia essenza e che per recuperarla avrò bisogno che accettino tutte quelle parti di me che fino ad ora non hanno potuto vedere, chiedendo di essere amata per quello che sono senza dovermi preoccupare di meritare il loro affetto e senza timore di essere giudicata.

Autore ✍️: Deborah Esposito

Racconti di Ospitalità - blog personale di Deborah Esposito
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