Ritorno a Itaca (la versione di Penelope)

02.08.2021

Lo vidi arrivare da lontano e, seppur senza poter vedere il suo viso, sentivo che era lui.

Pensai agli anni passati nell'attesa e cercai di capire se li avessi veramente vissuti, o semplicemente trascorsi, invecchiando immobile davanti a quella tela.

Nostro figlio era cresciuto e gli anziani mi circondavano con la loro indolente fragilità.

La vita era trascorsa silenziosa, mentre il mio cuore era ancora capace di fare rumore. Un cuore malato o meglio ancora, anestetizzato dalla mancanza.

... ma finalmente lui stava tornando, era già un punto davanti all'orizzonte.

Immaginai come accoglierlo, volevo fargli ritornare alla mente tutti i sapori della sua terra, il mio sapore: avrei preparato per lui un banchetto che non avrebbe dimenticato, una tavola ricca e intima.

Quando arrivò nulla di tutto ciò che avevo immaginato accadde.

Accadde invece che si occupò subito delle "sue cose", di riaffermare il suo potere e di ripristinare il dominio sulla sua isola.

Non venne da me, se non sotto mentite spoglie. Andò invece dal padre, dal figlio, dal cane... non da me; pensai che non avesse fiducia nella mia devozione.

Capii poi che il desiderio di possesso era l'unica emozione che lo guidò fino a casa.

Quando finalmente si decise, benché lo riconobbi quando ancora combatteva in un mare color porpora per raggiungere le coste della "sua" isola, finsi di non sapere chi fosse e lo costrinsi a spendersi per riconquistarmi; in vero non ci riuscì, nel mio cuore in un attimo era comparso il dubbio di rappresentare per lui solo un accessorio di rappresentanza.

Dopo venti lunghi anni di vana attesa, capii che ancora tanti ne avevo davanti, non avrei potuto cambiare il passato, ma riprogrammare il futuro.

Con la stessa lucidità con cui attesi a lungo il mio sposo, immaginai la mia seconda vita, fatta di alleanza tra donne e di fratelli ricongiunti alle madri, attraverso matrimoni che ci donassero l'immortalità e ci garantissero il tempo di recuperare tanta vita sospesa, aspettando qualcuno che non esisteva realmente e che aveva negato a tutti noi una famiglia.

Una famiglia già esistente da tempo, ma tenuta nascosta da un padre che aveva deciso di allontanare i suoi stessi figli per paura della morte... morte che toccò solo a lui.

Autore ✍️: Deborah Esposito

Divagazioni sulla figura di Penelope, affascinante e misteriosa più di quanto non appaia.

Racconti di Ospitalità - blog personale di Deborah Esposito
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia