Ospitare la poesia

10.07.2024

Ho conosciuto una persona che a quei tempi nessuno andava a trovare, anzi, a quei tempi solo pochi sapevano chi fosse e molti di quelli che la conoscevano la evitavano.

Allora perché scrivo di lei in un blog che si chiama "Racconti di ospitalità"?

Perché questa persona aveva così bisogno di essere ospitata nei cuori che cercava le persone a casa loro, in particolare, cercava i giovani davanti alle scuole per parlare con loro... i giovani non la evitavano e tanto le bastava.

Correvano i mitici anni '80 e andavo a scuola in via Tabacchi a Milano, vicino ai navigli, me la ricordo come fosse ieri, all'incrocio vicino all'uscita di scuola, portava un gonnellone sgualcito, i capelli tinti male, aveva una sigaretta tra le mani rugose con le unghie lunghe dipinte di rosso porpora; anche il viso era rugoso e aveva un accenno di barba e baffi.

Perché i giovani non la evitavano?

Beh… oggi la definirebbero tutti semplicemente iconica, all'ora il politically correct non andava di moda, per cui per noi non era altro che una "barbona" o una "pazza" … o entrambe. 

Noi giovani allora l'ascoltavamo? No, semplicemente ci piaceva fare qualche "ghignatina" facendo finta di darle retta. Non ascoltavamo nulla, non una sola parola di quello che aveva da dirci … ci sembrava folcloristico stare con lei.

Le cose andarono avanti per parecchio tempo, fino a che un giorno la mamma di una nostra compagna di classe, che aveva una macelleria vicino alla scuola, ci disse di non fare le bulle con quella persona "perché non sapeva chi fosse, ma sapeva che si trattava certamente di una persona importante".

Gli incontri continuarono esattamente come prima nonostante l'ammonimento della signora della macelleria di via San Gottardo. Ma quelle parole non le dimenticai mai.

Diventai adulta parecchi anni dopo, misi giudizio nonostante le premesse ed ebbi la grande fortuna di conoscere persone che mi fecero innamorare in maniera matura della conoscenza, dell'arte e della poesia… fino ad allora millantavo che il mio autore preferito fosse Giacomo Leopardi conoscendone al massimo altri tre o quattro… per la verità lo è ancora, perché il primo amore non si scorda mai, ma per fortuna posso dirlo con coscienza.

Beh, sono convinta che i più abbiano capito di chi io stia parlando: la persona che ho incontrato così tante volte era Alda Merini… sì proprio lei.

Il più grande rammarico è non aver ascoltato veramente nulla di ciò che avrebbe potuto trasmettermi. 

Purtroppo, non ricordo una sola parola, ma la sua presenza riempiva tutto intorno a noi, anche se quello che percepivamo era solo divertimento e forse lei si divertiva con noi... sempre così pacata, questo lo ricordo.

In questi giorni ho discusso molto di consapevolezza con mia figlia e mi rendo conto di quanto la maturità abbia a che fare con essa.

Essere consapevoli significa saper presidiare sé stessi, riconoscersi nei propri limiti, mettersi in ascolto degli altri senza sovrastrutture, perché ognuno ha qualcosa da dirci, ognuno può darci una mano, ognuno può aiutarci a scoprire nuove prospettive e nuovi orizzonti.

Ognuno di noi potrebbe trovarsi davanti Alda Merini riconoscerla e ospitarla nella propria vita facendo cadere ogni sovrastruttura, denudandosi dalle convenzioni, dai pregiudizi, da pensieri stratificati.

Io, solo dopo aver fatto tutto ciò, ho potuto raccontare questo incontro e ospitare questo ricordo nella mia anima.

Deborah Esposito

(immagine creata da me con Copilot)

Racconti di Ospitalità - blog personale di Deborah Esposito
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