Ogni famiglia ha un segreto, e il segreto è che non è come le altre famiglie. (Alan Bennett)

01.12.2020

Quando ero bambina il giorno di Natale lo trascorrevo con la famiglia di mamma, dalla mia amata ed eclettica nonna, milanese doc.

Nonna Rachele era una donna incredibile, rivoluzionaria, moderna, bellissima e forte. Unica.

Lei che ogni mattina e fino alla fine dei suoi giorni, si "rassettava" davanti allo specchio, indossando una stupenda mantellina per proteggere i vestiti mentre si pettinava i rossi capelli freschi di tinta e passava un filo di rossetto rosso sulle labbra.

Quante volte ho indossato furtivamente quella mantellina per sentirmi bella come lei.

Finché ne ha avuto la forza ha vissuto da sola in una bellissima mansarda di una palazzina senza ascensore.

Per noi nipoti quello era il luogo delle fiabe, dei giochi, dello stare insieme.

Proprio in quella mansarda, ho trascorso le prime feste natalizie della mia vita, insieme a Nonna Rachele, la mia famiglia, gli zii e i cugini.

Zio Fernando e Nonna preparavano un menù da ristorante stellato, Nonna era cuoca professionale e cucinava per tutti gli operai di una vecchia fabbrica milanese, preparando da sola ogni giorno solo cibo fresco.

Del menù di Natale ricordo l'abbondanza di portate e soprattutto di antipasti, ma quello che distingueva il Natale in mansarda era la preparazione dei "turtei" da fare in brodo la sera.

Nonna sparecchiava la tavola da pranzo e la trasformava in un piano di lavoro per lei e tutti i nipoti, preparava la pasta fresca, la stendeva e modellava chili di tortelli ripieni al brasato. Erano i nostri pomeriggi di Natale, tutti insieme nella piccola sala da pranzo/salotto, chi giocava a carte, chi chiacchierava e chi preparava i ravioli sotto lo sguardo attento della nostra capofamiglia.

Alcune volte, quando il Natale era baciato dal sole, zio Paolo ci portava a vedere le corse dei cavalli per decongestionare l'assembramento, a me piaceva molto andare all'ippodromo di San Siro con lo zio a fare le scommesse e seguire le corse... e lo zio era ben lieto di portarci, anche perché gli consentiva di fare ciò che gli piaceva accontentando anche i suoi nipoti... lui conosceva tutti in quel posto così affollato e caotico.

Quanta gioia in quei giorni lontani!

La sera i tortelli che erano rimasti stesi sul tavolo coperti dalla farina, finivano nel brodo più buono del mondo e venivano serviti bollenti dalla zuppiera preziosa di nonna.

Era il momento più bello ma anche il momento che noi bambini desideravamo procrastinare perché in quell'attimo capivamo che la magia sarebbe finita e il Natale avrebbe spento le sue luci.

Autore: Deborah Esposito

Gli oggetti della foto di copertina sono quelli originali di mia nonna citati nel racconto.

Sereno Natale a tutti.


Racconti di Ospitalità - blog personale di Deborah Esposito
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