Mi fa troppo piacere che tu sia qui. Vorrei quasi gustarmelo in solitudine. (Carlo Gragnani)
A
Amalia amava fare colazione in solitudine la mattina presto, quando tutti erano ancora a letto; appoggiava la guancia sinistra nella mano, i piedi sulla sedia di fronte a lei e teneva la tv accesa a volume basso senza guardare ne ascoltare.
Mentre "pucciava" distrattamente i biscotti nel latte e caffè e li portava alla bocca grondanti, lasciando tracce sulla tovaglietta americana e sul pigiamino rosa vecchio di 20 anni, la solitudine si sedeva al suo fianco. "Che ci fai qui?" ... "se ti presenti mi distrai e non riesco a godere dei miei momenti con te", era il pensiero indispettito di Amalia.
"Come potrei non essere qui mentre mi pensi?" Rispondeva la solitudine, "mi piacerebbe poterti aiutare a capirmi meglio. Io non sono tua amica o nemica, ciò che sono dipende solo da ciò che tu pensi di me in ogni singolo momento".
Amalia in verità cedeva spesso alle lusinghe della solitudine, la cercava in continuazione, perché nella solitudine trovava la sua libertà. Il disagio invece per lei arrivava proprio dalla sensazione di essere lasciata sola quando le persone le erano intorno, ma assenti, indolenti, indifferenti, egocentriche, distratte, lontane.
Amalia lo sapeva bene; erano rari i momenti in cui si sentiva avvolta dalla presenza degli altri, molto più frequentemente succedeva che si sentisse chiusa in una sfera di cristallo e che nessuno la vedesse, sentisse, notasse.
Però c'era un momento nella sua giornata, quando tutto sembrava avvolto nel buio e nel silenzio, in cui una parte del mondo apparteneva ancora ai suoi sogni, era il momento migliore per incontrare la solitudine, quella che arricchisce, che mette ognuno di noi davanti alla scoperta della nostra pace interiore più profonda.
Tutto doveva essere lento, silenzioso, buio, intimo, immobile. Solo così era capace di creare quella magia.
Ma ogni giorno, all'improvviso, con il suono della sveglia tutto spariva, il latte era finito, la penombra aveva lasciato spazio alla luce, le voci, la frenesia i saluti, gli abbracci, il telegiornale e la fretta di prepararsi cacciavano la solitudine... nel bene e ne male.
Buona giornata a tutti.
Autore: Deborah Esposito