Finalmente Venere…

30.04.2022

Sono nata libera, istintiva, amante della vita, del ritmo infuocato, dei gusti avvolgenti e rinfrescanti dei frutti maturati al sole, di uomini passionali che sanno capire cosa veramente voglio, che sanno far scorrere in me cascate che si gettano nel vuoto.

Sono un torrente che va verso il mare e si confonde con le sue acque e i suoi abitanti.

Amo lasciare i miei splendenti capelli liberi nel vento.

Consumo l'amore come una fragola gustosa e corro in giardino a raccoglierne altre.

Bacio, abbraccio, faccio il solletico e rido con i miei figli, li lascio liberi di correre a piedi scalzi nei prati, di rotolarsi nell'erba, di sbucciarsi le ginocchia e di piangere senza consolazione, sfogando ogni sentimento senza che sia "corretto" o "governato".

Lascio a Era e alla sua stucchevole corte ingessata, i formalismi, il rispetto dei protocolli, il ruolo di prima donna e intanto mi godo questa eterna esistenza nella gioia e nella sofferenza, nella vicinanza e nel tradimento, ballando senza freni davanti al fuoco sulla spiaggia, ondeggiando i miei sinuosi fianchi al suono di un tamburo tribale sfrenato.

Piango, ferita dal giudizio che i moralisti e i manipolatori fanno gravare su di me e sul mio libero modo di amare, ma questo non scalfisce il mio innato istinto passionale.

Consumo in fretta il meglio di ciò che la vita offre, lo vivo fino in fondo, la mia tavola è il mio letto, dove tutti possono assaporare fragole succose con la forma e il colore del cuore.

Quando le passioni finiscono, impedisco al gelo di penetrare la mia anima, mi rotolo in un prato, mi immergo in acqua profonde di mari tempestosi, rivolgo lo sguardo al sole e alla notte stellata, mi consolo tra le braccia di un amico o un nuovo amante... ricomincio a vivere aprendo il mio cuore a nuove scoperte e offrendolo a chi mi circonda.

Sono Venere, colei che vive.

Autore ✍️: Deborah Esposito

Sono solo trecento parole, eppure non credevo di riuscire a scrivere questo racconto, troppi mesi a cercare l'ispirazione in conoscenti, a sentirmi inadeguata con tutti quegli strati di Atena che ho costruito intorno a me. Poi mia figlia, che cerca di diventare donna, in un attimo mi ha mostrato un mondo che avevo dimenticato e che in meno di venti minuti è passato dalla penna al foglio.

Racconti di Ospitalità - blog personale di Deborah Esposito
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