Era: apparire oltre l’inganno

29.01.2022

Uno sguardo al mio diadema ben incastonato nella chioma voluttuosa e un attimo dopo scendo un'imponente scalinata con eleganza, tenendo la mia lunga veste tra le dita.

La sala a cielo aperto è illuminata dalla luce del sole, al centro un tavolo sontuoso, con drappeggi in fine lino bianco ricamato, posate e candelabri forgiati in oro, piatti e bicchieri di cristallo, succosa frutta a centro tavola e abbondanza di nettare degli dei.

Una lira suona note armoniose, tutti aspettano la regina dell'Olimpo, tutti aspettano me; anche il mio sposo, seppur venerato da tutto il creato, non darebbe mai il via alla festa senza la mia regale presenza.

Amo dare feste che rinnovano istanti di affermazione della famiglia che ho formato.

Molti commensali, soprattutto donne, temono la mia inimicizia ...e ben fanno!

Ho vissuto un'intera esistenza guidata dalla consapevolezza che il mio ruolo dovesse essere riconosciuto e rispettato da tutto l'Olimpo e in qualunque luogo io posi lo sguardo.

Non posso per questo tollerare la leggerezza di quelle donne che non rispettano me e insinuano il mio reame, colpevoli di intrufolarsi impunemente nel letto del mio sposo, ma soprattutto introdursi tra me e il mio ruolo.

Ho punito, mentito, rinnegato, nascosto verità scomode persino a me stessa, accettando oltre le apparenze i tradimenti, nascondendo illegittime usurpatrici del mio trono, i loro figli e i loro inganni.

Lo trovate immorale? Ho solo difeso me stessa e la mia idea di famiglia rispettabile e regale.

Ho rinnegato le verità più scomode, screditando gli oracoli, i figli, i fratelli, gli amanti.

Ho allontanato amici, nascosto oscuri segreti, accettato di rimanere in disparte per accontentare la vanagloria del mio sposo, ma solo per il tempo necessario a farlo tornare da me.

Ho tracciato un destino luccicante, celando ogni piccolo errore e persino i miei desideri, per apparire ciò che oggi mi attribuiscono tutti: essere l'unica Dea di irraggiungibile magnificenza.

Ho creato un mondo patinato che acceca e che ancora oggi è venerato e desiderato dai più.

Le meschinità, i reati, le menzogne, le divisioni, le spaccature, le lontananze, la decadenza, la miseria non mi infastidiscono, perché tutto prende significato nei miei passi a piedi scalzi, avvolta da una veste scintillante, mentre scendo la scalinata e tutti mi aspettano seduti a tavola, prima di iniziare il banchetto.

Poso il piede sull'ultimo scalino...che la festa abbia inizio!

Autore: Deborah Esposito

Alla scoperta degli archetipi femminili

Racconti di Ospitalità - blog personale di Deborah Esposito
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia