Dionisio, oscurità e luce

Sono oscurità e luce, trasgressione e nido; figlio e padre, nemico e alleato, rifugio e minaccia.

Sono Dionisio

Le mie emozioni mi guidano e la vita mi travolge.

Le donne credono nella mia protezione, ma io non le proteggo, le libero dalle loro stesse catene, quelle che costruiscono spesso per amore o per convenzione e che le rendono schiave.

Mostro loro la strada della libertà, le riporto a godere della luce del sole, a liberarsi da compromessi e rassegnazione, le lascio libere di sbagliare strada per potersi ritrovare.

Le porto via e forgio per loro un nuovo destino riscaldato dal fuoco, le affido al loro istinto così come faccio con la mia stessa vita.

Le andai a cercare le donne, in intricati labirinti e in tetri luoghi di morte, le portai via per trasformarle in stelle lucenti … e per questo anche io diventai immortale.

Per asciugare le loro lacrime ho inebriato di vino e di canti festosi delle sere d'estate, ho ballato con loro, bevuto nettare di frutti freschi, ho sfidato gli dèi, le ho abbandonate perché bastassero a se stesse.

Ho capito che il loro cuore non ha bisogno di parole e che, quando sono silenziose, hanno già abbandonato la strada maestra della formalità per ritrovare la loro vera dimensione.

In quel momento mi sono reso conto che non hanno più bisogno di nessuno che le guidi alla resurrezione perché il loro cuore già si confronta con un'anima evoluta, che va oltre la quotidianità, oltre parole inutili, oltre le rivendicazioni, oltre il desiderio di libertà, oltre il distacco… un'anima spirituale proiettata verso dimensioni trascendentali.

Il mio compito è finito, a loro presenza alle feste che organizzo non risponde ad un bisogno, ma solo al piacere di stare insieme, consapevoli come sono di poter realizzare da sole la loro vera identità senza attribuire ad altri il potere di determinare la loro pace interiore… o di togliergliela.

Deborah Esposito, Archetipi due anni dopo.