“Avrei potuto perdonare la sua Vanità se non avesse mortificato la mia.” (Austen)

01.01.2021

Sono Vanità, non una dea, non una musa, sono la forza primordiale potente che manovra le sorti del mondo.

Una carriera senza pari la mia: a me in secoli lontani si riconosceva la mancanza di Gloria, il futile e il vano... ma le cose sono cambiate.

Io non ho genere, nonostante sia spesso associata alla donna, agli specchi che una volta erano ad esclusivo appannaggio femminile, ma non sono donna e non sono uomo, sono il carburante di ogni gesto umano, dal più futile al più (apparentemente) nobile.

Ho ispirato grandi artisti assetati di immortalità, ho portato il bello nel mondo attraverso la valorizzazione dei talenti.

Ho alimentato la sete di potere dei più temerari e intraprendenti uomini che hanno abitato questo mondo, i più virtuosi, ma anche e forse soprattutto, i più spregiudicati e irriducibili tiranni.

Sono presente in ogni luogo, alimento la sete di prestigio e riconoscimento sociale e professionale.

In questa vostra strana ed effimera era, priva di grandezza, ho trovato nuovi metodi per raggiungervi e manovrarvi. La fame di apparire, di essere riconoscibili, di sentirvi speciali e migliori, vi spinge a mettere in mostra ogni vostra azione, ad essere sempre in primo piano in ogni contesto, dimenticando di apprezzare ciò che vi circonda, offuscando la vera bellezza in cui siete immersi, denigrando ciò che non vi valorizza e mettendovi in ombra gli uni con gli altri.

Invece di tendere allo straordinario avete trovato il modo di esaltare la vostra piccolezza e di piegarvi sempre di più al mio potere.

Anche chi tiene in mano la penna per riportare queste mie parole sta pensando al ritorno di pubblico che avrà il suo breve ed effimero racconto e se questo sarà in grado di gratificare la sua vanagloria.

Celebratemi e glorificatemi, io sono il culto della vostra era, sono la vostra energia, non potete sfuggirmi, io sono lo specchio che accompagna i vostri passi e persino il vostro desiderio di stare insieme, sono seduta alla vostra tavola, in vacanza, al lavoro, in famiglia, nelle relazioni virtuali, io sono il tutto, voi le mie pedine, io sono Vanità.

Autore: Deborah Esposito

Racconti di Ospitalità - blog personale di Deborah Esposito
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